DA TEMPIO PAUSANIA A OLBIA,
passando per Nuchis, Luras, Calangianus e Telti.
Le strade della Gallura possono essere anche dei percorsi culturali di altissimo valore. Percorrere le strade per fini turistici, senza l'ansia del tempo e visitando quello che si presenta dinnanzi ai nostri occhi, può generarsi una bellissima giornata di arricchimento culturale con tante sorprese.
L'itinerario che vi proponiamo è quello che collega Tempio ad Olbia, passando per Nuchis, Luras, Calangianus e Telti. Un percorso di 47.6 km mediante un tracciato da Ovest a Est lungo la statale 127, Settentrionale Sarda, che rimanda alla strada romana di collegamento fra le stesse località, anche allora capoluogo dell'interno - Tempio - (Gemellae), e il principale scalo marittimo - Olbia . E' un percorso che pur nella sua brevità risulta ben rappresentativo dei caratteri paesistici della Gallura, delle montagne granitiche, dei suoi boschi di sughere (Calangiànus è la capitale' sarda del sughero), dei suoi panorami vasti che, dall'alto abbracciano a distanza la costa.
Dopo aver visitato Tempio Pausania, iniziamo dunque il viaggio.
passando per Nuchis, Luras, Calangianus e Telti.
Le strade della Gallura possono essere anche dei percorsi culturali di altissimo valore. Percorrere le strade per fini turistici, senza l'ansia del tempo e visitando quello che si presenta dinnanzi ai nostri occhi, può generarsi una bellissima giornata di arricchimento culturale con tante sorprese.
L'itinerario che vi proponiamo è quello che collega Tempio ad Olbia, passando per Nuchis, Luras, Calangianus e Telti. Un percorso di 47.6 km mediante un tracciato da Ovest a Est lungo la statale 127, Settentrionale Sarda, che rimanda alla strada romana di collegamento fra le stesse località, anche allora capoluogo dell'interno - Tempio - (Gemellae), e il principale scalo marittimo - Olbia . E' un percorso che pur nella sua brevità risulta ben rappresentativo dei caratteri paesistici della Gallura, delle montagne granitiche, dei suoi boschi di sughere (Calangiànus è la capitale' sarda del sughero), dei suoi panorami vasti che, dall'alto abbracciano a distanza la costa.
Dopo aver visitato Tempio Pausania, iniziamo dunque il viaggio.
Percorsa la circonvallazione a Nord/Nord Eest di Tempio Pausania, che (seguire le indicazioni per Olbia)
dall'abitato verso Est, si imbocca il tronco orientale della statale 127, lasciando subito a destra una strada per gli impianti sportivi e la cantina sociale. Per un certo tratto la vista spazia, tra vigne e sughereti, su un bel paesaggio rurale, reso vario dalle tante angolature con cui si presenta il crinale frastagliato del Limbara. Seguendo il percorso che vi consigliamo, oltrepassata la zona industriale di Tempio - Calangiànus, si perviene, al km 3.8, al bivio per Nuchis (foto) dove, lasciata temporaneamente la statale, si svolta a sinistra. |
NUCHIS
Fra morbide ondulazioni collinari si giunge in breve (soli km 6.6) a Nuchis che sorge a 508 metri.
Fu uno dei comuni più grandi del Regno D'Italia, poi annesso al Comune di Tempio in seguito al cambiamento della legge elettorale che introdusse il suffragio allargato. Sino a quel momento gli aventi diritto, i Signorotti, erano una piccola percentuale rispetto al grandissimo territorio dell'allora Comune di Nuchis che giungeva sino alle coste del Nord Est della Sardegna più precisamente a San Pantaleo. L'allora podestà di Nuchis dovette fare i conti con la voglia di secessione dei Pastori che, elettori di maggioranza del Comune, dopo la riforma elettorale, eleggevano un loro sindaco che però non riuscì quasi mai ad insediarsi a Nuchis. Il Comune venne più volte sciolto per ragioni di "ordine pubblico". I Pastori prima chiesero di spostare il Municipio a San Pantaleo, poi si crearono disordini tali che il Rè decise di smembrare il Comune. Una parte si staccò (San Pantaleo), il restante venne annesso a Tempio. Oggi è una frazione di Tempio Pausania, ubicata su un panoramico poggio in posizione appartata.
Sviluppatosi nei sec. XVI e XVII accogliendo i profughi delle località costiere battute dai Barbareschi, il piccolo borgo mantiene memoria dell'antica origine in un complesso religioso collocato in ambiente suggestivo al sommo del colle che sovrasta l'abitato. Nucleo iniziale del complesso, composto da due edifici (chiesa e santuario) e dal camposanto, fu il Santuario, fondato nel 1529 dopo una peste, ricostruito nel 1835 e restaurato nel 1945. Nonostante gli interventi sostitutivi l'insieme possiede un suo pregio architettonico, rilevabile nel gusto per le linee rustiche tipico della tradizione costruttiva sarda, e nell'unità stilistica conferitagli dall'uso della grigia pietra granitica; la collocazione in uno spazio tenuto a giardino e l'inserimento nella cornice paesistica della montagna gallurese contribuiscono ad attribuire al luogo un certo valore ambientale.
Fra morbide ondulazioni collinari si giunge in breve (soli km 6.6) a Nuchis che sorge a 508 metri.
Fu uno dei comuni più grandi del Regno D'Italia, poi annesso al Comune di Tempio in seguito al cambiamento della legge elettorale che introdusse il suffragio allargato. Sino a quel momento gli aventi diritto, i Signorotti, erano una piccola percentuale rispetto al grandissimo territorio dell'allora Comune di Nuchis che giungeva sino alle coste del Nord Est della Sardegna più precisamente a San Pantaleo. L'allora podestà di Nuchis dovette fare i conti con la voglia di secessione dei Pastori che, elettori di maggioranza del Comune, dopo la riforma elettorale, eleggevano un loro sindaco che però non riuscì quasi mai ad insediarsi a Nuchis. Il Comune venne più volte sciolto per ragioni di "ordine pubblico". I Pastori prima chiesero di spostare il Municipio a San Pantaleo, poi si crearono disordini tali che il Rè decise di smembrare il Comune. Una parte si staccò (San Pantaleo), il restante venne annesso a Tempio. Oggi è una frazione di Tempio Pausania, ubicata su un panoramico poggio in posizione appartata.
Sviluppatosi nei sec. XVI e XVII accogliendo i profughi delle località costiere battute dai Barbareschi, il piccolo borgo mantiene memoria dell'antica origine in un complesso religioso collocato in ambiente suggestivo al sommo del colle che sovrasta l'abitato. Nucleo iniziale del complesso, composto da due edifici (chiesa e santuario) e dal camposanto, fu il Santuario, fondato nel 1529 dopo una peste, ricostruito nel 1835 e restaurato nel 1945. Nonostante gli interventi sostitutivi l'insieme possiede un suo pregio architettonico, rilevabile nel gusto per le linee rustiche tipico della tradizione costruttiva sarda, e nell'unità stilistica conferitagli dall'uso della grigia pietra granitica; la collocazione in uno spazio tenuto a giardino e l'inserimento nella cornice paesistica della montagna gallurese contribuiscono ad attribuire al luogo un certo valore ambientale.
IL NURAGHE PUNTA LU NURACU

Usciamo da Nuchis a Sud Est in direzione della statale per Calangiànus. Appena fuori, lungo la discesa si lascia a destra una strada secondaria che va a lambire il colle identificabile per la quota di 528 metri che sostiene il nuraghe Punta lu Nuracu; il nuraghe è interessante per l'anomala tipologia architettonica, diversa da quella in uso in zone meno appartate del territorio sardo, appartenente al tipo detto a galleria, con corridoio che attraversa il fasciame murario in tutta la sua lunghezza, e con una sola piccola cella.
La strada scende, km 8.1, a ricongiungersi con la statale che, a sinistra fiancheggia un tratto della ferrovia Sassari-Palau; passatala a livello, subito a sinistra, al km 10, diramazione per Lùras.
LURAS

Riattraversata la ferrovia, la strada lascia a destra un tronco per il lago artificiale del Liscia e sale, al km 2.3, a Lùras.
Il paese, allocato a metri 508, ha 2509 abitanti, ed è un borgo agricolo di origine medievale disteso su un poggio alle pendici settentrionali del Limbara. Vi si può visitare la Collezione Forteleoni (telefono 079647547, www.forteleoni.it) con tante opere di sughero e il Museo Etnografico Galluras (telefono 079647281; www.museogalluras.it), fedele ricostruzione degli ambienti tipici della civiltà gallurese, già trattato in un precedente articolo di Curiosando.
L'elemento per cui Luras costituisce un luogo importante dal punto di vista archeologico è il fatto di raccogliere nei suoi immediati dintorni una delle maggiori concentrazioni di sepolture dolmeniche in Sardegna, vale a dire tre dolmen e un'«allée couverte», ben conservati nelle strutture megalitiche e di particolare interesse per lo studio della sequenza evolutiva dal dolmen semplice all'«allée».
Il parallelismo con analoghe costruzioni fuori della Sardegna avvalora l'ipotesi, formulata da alcuni archeologi, secondo cui questo tipo di sepoltura, giungendo nell'isola tramite la cultura pirenaica delle coste catalane o del «Midi» francese, avrebbe trovato in Gallura e in Corsica la prima area di concentrazione, da porre forse in collegamento con la cultura che, sempre in Gallura, ha prodotto con i 'circoli megalitici' la sa espressione più nota.
Ubicati a poca distanza l'uno dall'altro, non si notano nelle vicinanze altri monumenti né insediamenti che possano esservi posti in relazione. Come per gli altri dolmen sardi, I'attribuzione cronologica proposta li colloca al III - II millennio a.C.
Il paese, allocato a metri 508, ha 2509 abitanti, ed è un borgo agricolo di origine medievale disteso su un poggio alle pendici settentrionali del Limbara. Vi si può visitare la Collezione Forteleoni (telefono 079647547, www.forteleoni.it) con tante opere di sughero e il Museo Etnografico Galluras (telefono 079647281; www.museogalluras.it), fedele ricostruzione degli ambienti tipici della civiltà gallurese, già trattato in un precedente articolo di Curiosando.
L'elemento per cui Luras costituisce un luogo importante dal punto di vista archeologico è il fatto di raccogliere nei suoi immediati dintorni una delle maggiori concentrazioni di sepolture dolmeniche in Sardegna, vale a dire tre dolmen e un'«allée couverte», ben conservati nelle strutture megalitiche e di particolare interesse per lo studio della sequenza evolutiva dal dolmen semplice all'«allée».
Il parallelismo con analoghe costruzioni fuori della Sardegna avvalora l'ipotesi, formulata da alcuni archeologi, secondo cui questo tipo di sepoltura, giungendo nell'isola tramite la cultura pirenaica delle coste catalane o del «Midi» francese, avrebbe trovato in Gallura e in Corsica la prima area di concentrazione, da porre forse in collegamento con la cultura che, sempre in Gallura, ha prodotto con i 'circoli megalitici' la sa espressione più nota.
Ubicati a poca distanza l'uno dall'altro, non si notano nelle vicinanze altri monumenti né insediamenti che possano esservi posti in relazione. Come per gli altri dolmen sardi, I'attribuzione cronologica proposta li colloca al III - II millennio a.C.
DOLMEN DI ALZOLEDDA
E' situato in uno spiazzo delimitato dal muro nord-occidentale dello stadio comunale di Luras e dalle case più periferiche a del paese. Il monumento, a pianta rettangolare, presenta le tre pareti formate da altrettante lastre ortostatiche uniche, mentre la copertura è un masso quadrangolare piatto sporgente sul filo delle pareti.
DOLMEN DI BILLELLA
E' situato a km 1 dal precedente, nelle campagne a sinistra dell'abitato. Pure a pianta rettangolare, ha la parete di destra costituita da un lastrone ortostatico rettangolare, quella di sinistra da due massi in parte lavorati poggianti sulla roccia nativa; il lastrone di copertura è appiattito sulla suoerficie inferiore, lasciato al naturale in quella superiore.
DOLMEN DI CIULEDDA
Come il successivo dolmen di Làdas, è ben segnalato dal paese; si raggiunge aggirando l'abitato a Est e piegando poi a destra in una
carrareccia. Sorge su un terreno roccioso, caratterizzato dalla presenza di ampi e piatti affioramenti granitici. Le tre pareti sono costituite da più lastre ortostatiche che formano nell'insieme uno spazio semicircolare, coperto da un unico lastrone poligonale. Linterno digrada da 1 m a 60 cm per l'irregolarità degli ortostati e del pavimento.
carrareccia. Sorge su un terreno roccioso, caratterizzato dalla presenza di ampi e piatti affioramenti granitici. Le tre pareti sono costituite da più lastre ortostatiche che formano nell'insieme uno spazio semicircolare, coperto da un unico lastrone poligonale. Linterno digrada da 1 m a 60 cm per l'irregolarità degli ortostati e del pavimento.
«ALLÉE COUVERTE» DI LADAS
Si raggiunge a piedi dal dolmen Ciuledda, salendo per c. 300 metri sulle alture del Monte Làdas. Il monumento, il più imponente dei quattro, misura 6 metri di lunghezza per 2.20 metei di larghezza, è a pianta rettangolare absidata. Le pareti, costituite da ortostati abbastanza regolari, sono rinfiancate da lastre piatte disposte in posizione obliqua, costituenti un vero e proprio paramento murario. La copertura è data da due lastroni piatti, che presentano tracce di lavorazione lungo il perimetro. L'altezza della camera, analogamente al dolmen di Ciuledda, digrada verso il fondo, consistendo il suo pavimento nella roccia su cui posa.
Olivastri Millenari ed ESCURSIONE AL LAGO DEL LISCIA
Proseguiamo il percorso per km 18.5 da Luras, lungo la strada che si dirama dalla provinciale di Luras poco a monte della stazione ferroviaria di questo centro. Snodandosi verso Nord Ovest, il percorso corre a mezza costa sul fianco sinistro di una delle valli affluenti del lago. A primo bivio si tiene a sinistra e, varcato il rio Carana (nome del tratto alto del fiume Liscia), si scende in un paesaggio affascinante per vastità e solitudine. Dopo alcuni chilometri si comincia a costeggiare la sponda nord-occidentale del vasto bacino, suggestivo per l'integrità dell'ambiente che lo circonda. La strada si interrompe prima della diga realizzata alla stretta di Calamaiu; all'uscita dalla gola il fiume Liscia prosegue con percorso incassato, sfociando nella costa settentrionale sarda. Degne di nota, in questo contesto, gli olivastri millenari.
II lago del Liscia, artificiale, è un invaso di 104 milioni di metri cubi, le cui acque sono state utilizzate anche per uso potabile, con la realizzazione di acquedotti rivolti a sostenere le esigenze idriche dei centri rivieraschi e dei nuovi insediamenti turistico-residenziali di quei territori comunali.
II lago del Liscia, artificiale, è un invaso di 104 milioni di metri cubi, le cui acque sono state utilizzate anche per uso potabile, con la realizzazione di acquedotti rivolti a sostenere le esigenze idriche dei centri rivieraschi e dei nuovi insediamenti turistico-residenziali di quei territori comunali.
CALANGIANUS
Dal bivio per Lùras la statale raggiunge in breve, km 11.6, Calangiànus che sorge a 518 metri, ed ha 4046 abitanti.
È un grosso centro agricolo e industriale esteso a sinistra su una delle ondulazioni collinari che dal Limbara digradano verso il bacino del Liscia. La presenza dell'unica scuola professionale per la lavorazione del sughero esistente in Italia ha confermato la nota vocazione sugheriera di Calangiànus, che vanta altresì in questo campo una vivace attività industriale.
Dal 1978 vi si teneva un'importante Fiera internazionale del sughero. Dopo le fasi preistorica e nuragica testimoniate da insediamenti sul territorio, la sua vicenda storica si intrecciò a quella di Tempio Pausania, di cui condivise le vicissitudini. Nel vecchio nucleo del borgo, in una raccolta piazzetta (dalla piazza principale, al termine del corso Ferracciu), sorge la parrocchiale di S. Giusta nel cui oratorio ha sede il Museo Diocesano Sacristia S. Giusta (telefono 079660218; www.diocesitempioampurias.it); di impianto seicentesco, è a navata unica con tre cappelle per lato e facciata in granito completamente ricostruita. L'interno, con volta decorata da modesti affreschi del pittore Antonio Dovera, custodisce un pregevole dipinto dell'Assunzione di Andrea Lusso (transetto destro). In un precedente articolo abbiamo già parlato del Museo del Sughero.
È un grosso centro agricolo e industriale esteso a sinistra su una delle ondulazioni collinari che dal Limbara digradano verso il bacino del Liscia. La presenza dell'unica scuola professionale per la lavorazione del sughero esistente in Italia ha confermato la nota vocazione sugheriera di Calangiànus, che vanta altresì in questo campo una vivace attività industriale.
Dal 1978 vi si teneva un'importante Fiera internazionale del sughero. Dopo le fasi preistorica e nuragica testimoniate da insediamenti sul territorio, la sua vicenda storica si intrecciò a quella di Tempio Pausania, di cui condivise le vicissitudini. Nel vecchio nucleo del borgo, in una raccolta piazzetta (dalla piazza principale, al termine del corso Ferracciu), sorge la parrocchiale di S. Giusta nel cui oratorio ha sede il Museo Diocesano Sacristia S. Giusta (telefono 079660218; www.diocesitempioampurias.it); di impianto seicentesco, è a navata unica con tre cappelle per lato e facciata in granito completamente ricostruita. L'interno, con volta decorata da modesti affreschi del pittore Antonio Dovera, custodisce un pregevole dipinto dell'Assunzione di Andrea Lusso (transetto destro). In un precedente articolo abbiamo già parlato del Museo del Sughero.
L'AREA ARCHEOLOGICA

Nel territorio di Calangiànus pregevole anche sotto il profilo naturalistico, si possono effettuare interessanti escursioni e passeggiate per raggiungere i luoghi archeologici testimoni del precoce insediamento:
- al monte di Deu m 669 (in Circa 1 ora, verso Sud Ovest) dove sopravvivono il nuraghe Agnu, fatto di piccole scaglie di granito, tipologicamente affine al nuraghe Punta Lu Nuracu di Nuchis, e la piccola fonte nuragica Li Paladini;
- al nuraghe Sa Pilea, percorrendo oer 500 metri la mulattiera in direzione Nord Ovest ( ci vorrà circa 1 ora e 15 minuti circa) attraverso la regione Campanadolzu popolata di sughere.
- più impegnativa (circa 3 ore di camminata) e con la necessità di un accompagnatore è l'escursione al Limbara (cerca Limbara nella casella "cerca"), per la quale Calangiànus è buon punto di partenza.
- Ovviamente si cita la Tomba dei Giganti di Pascaredda, che lasciamo ad ulteriore articolo più specifico e dettagliato.
I BOSCHI
Da Calangiànus la strada prende ad attraversare uno dei tratti più belli dell'itinerario. Si corre in mezzo a un rigoglioso sughereto sparso di massi granitici tafonati, per poi scendere in una bella conca bosccosa con vista a destra sui dirupi frastagliati del Limbara,
Uscendo così dall'alto bacino del Liscia che il valico La Scala (m 598) separa da quello del Padrogiano.
Il paesaggio cambia e si fa assai pittoresco: il terreno è stepposo con cespugli e grossi sassi; attorno si stagliano, aguzze creste granitiche dai profili bizzarri, a guglie e torrioni.
Al km 18.8 c'è la cantoniera Larai (m 582), da dove è visibile, a sinistra, il mare. Con una ripida discesa a curve, tra massi franati sparsi di lecci e sughereti, si entra, dominandola per lungo tratto dall'alto, nella bella boscosa valle del rio Taroni.
Uscendo così dall'alto bacino del Liscia che il valico La Scala (m 598) separa da quello del Padrogiano.
Il paesaggio cambia e si fa assai pittoresco: il terreno è stepposo con cespugli e grossi sassi; attorno si stagliano, aguzze creste granitiche dai profili bizzarri, a guglie e torrioni.
Al km 18.8 c'è la cantoniera Larai (m 582), da dove è visibile, a sinistra, il mare. Con una ripida discesa a curve, tra massi franati sparsi di lecci e sughereti, si entra, dominandola per lungo tratto dall'alto, nella bella boscosa valle del rio Taroni.
Verso OLBIA, le Alture Granitiche
Siamo quasi al termine del nostro percorso che da Tempio ci porta ad Olbia. E sempre in un bel paesaggio di alture granitiche dai profili variati, si scende con ampia vista. La strada si distende un poco sul fondovalle all'altezza, km 25.8, della cantoniera Taroni, poi riprende a salire, mentre da una sella (m 395), in lontananza si vede il mare, da cui emerge imponente l'isola Tavolara. Attraversato Telti (al km 31.6, m 326) paese sorto nell'Ottocento per evoluzione da uno stazzo, tra coltivazioni di cereali e pascoli ombreggianti da sugheri e olivastri, si raggiunge subito dopo (km 32.3) il bivio dove da destra confluisce la statale 199 da Oschiri. Si tiene la sinistra e in ripida discesa si oltrepassa la cantoniera Putzolu, dopo la quale con lunghi rettilinei nella piana cinta da colli, si entra, al km 47.6, ad Olbia.
Gli ingressi sono in rapido cambiamento ed evoluzione per stare al passo con la crescita della città con il più alto sviluppo economico e demografico della Sardegna e dell'Europa. Su Olbia dedicheremo apposito speciale.
CURIOSANDO SARDEGNA CONSIGLIA:
Articolo a cura di Fabrizio Carta
Gli ingressi sono in rapido cambiamento ed evoluzione per stare al passo con la crescita della città con il più alto sviluppo economico e demografico della Sardegna e dell'Europa. Su Olbia dedicheremo apposito speciale.
CURIOSANDO SARDEGNA CONSIGLIA:
- Su Olbia puoi leggere anche un nostro primo speciale cliccando qui
- Abbiamo già promosso un bellissimo tour culturale da Santa Teresa a Tempio, guardalo cliccando qui
- Abbiamo parlato di Calangianus con il Museo del Sughero, guardalo cliccando qui
- Su Tempio, leggi il Nuraghe Majori cliccando qui
- Su Luras abbiamo già parlato del Museo Galluras, guardalo cliccando qui
- Su Luras abbiamo anche dedicato uno speciale, clicca qui per leggerlo
- Su Calangianus abbiamo anche parlato della Chiesa di Santa Giusta, che puoi leggere cliccando qui
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Articolo a cura di Fabrizio Carta
Il percorso è ispirato da Tourung Club Italiano che ringraziamo per il lavoro svolto e suggeriamo al lettore di acquistare l'intero volume per scoprire l'Italia.