Riscoprendo il lago di Castel Doria
di Giacomo Calvia
di Giacomo Calvia
Sono i primi di settembre. In un'umida aurora, che preannuncia una giornata piuttosto calda, mi reco in compagnia di amici al lago di Castel Doria, confine naturale tra le regioni storiche di Gallura e Anglona, per presenziare come direttore di gara a una prova del campionato italiano di pesca al black bass con belly boat (micro imbarcazione che si sposta per mezzo di pinne).
Giunti sul posto ci accoglie uno specchio d'acqua limpida e calma, dominato da vicino dalla mole rugosa e arrossata di Monte Ruiu. Quante decine di "Monte Ruiu" esistano in Sardegna non lo so, ma suppongo che siano tante, eppure il primo posto che mi viene in mente nel sentire quel nome è sempre lui, col suo porfido rosso che contrasta nettamente coi toni rosati, grigiastri o talvolta giallastri dei graniti galluresi che lo circondano. Il campo gara è posto ai suoi piedi. Verso le ore 7 i pescatori partono e noi della barca appoggio non tardiamo a seguirli.
Giunti sul posto ci accoglie uno specchio d'acqua limpida e calma, dominato da vicino dalla mole rugosa e arrossata di Monte Ruiu. Quante decine di "Monte Ruiu" esistano in Sardegna non lo so, ma suppongo che siano tante, eppure il primo posto che mi viene in mente nel sentire quel nome è sempre lui, col suo porfido rosso che contrasta nettamente coi toni rosati, grigiastri o talvolta giallastri dei graniti galluresi che lo circondano. Il campo gara è posto ai suoi piedi. Verso le ore 7 i pescatori partono e noi della barca appoggio non tardiamo a seguirli.
Appena entrati sono sorpreso nell'osservare che il fondale è ricoperto di piante acquatiche (Ceratophyllum spp.) mentre lungo le sponde è un fiorire di canneti. Il perché della mia sorpresa è presto detto: normalmente i laghi artificiali sardi hanno dei livelli che sono incostanti da un anno all'altro, o addirittura da una stagione all'altra. Questo invece è diverso. Questo lago ha delle piccole oscillazioni di livello nell'arco della giornata ma rimane costantemente fermo a una determinata quota, comportandosi quindi come una sorta di lago naturale. E la vegetazione ripariale agisce quindi di conseguenza, occupando quelle nicchie ecologiche che sono tipiche di corsi d'acqua o laghi naturali (come ho potuto personalmente osservare nel lago di Bolsena, in Lazio).
Durante il giro in barca, tra il continuo saltare di carpe, con la mole di Monte Ruiu che ci sovrasta mostrandoci da vicino i suoi fianchi alveolati e ricchi di vegetazione, il castello svetta dritto di fronte a noi, a ricordarci la ragione di tale toponimo. Mentre solchiamo il centro dello stretto canale tra le rupi rossastre e ricche di grotticelle, ecco che anche l'avifauna inizia a far bella mostra di sé. E così un paio di esemplari di martin pescatore ci accolgono sfrecciando a volo radente dai riflessi blu cobalto e arancioni e posandosi poi su alcuni rami presso le sponde. Stormi di rondini montane vorticanti si spostano da Monte Ruiu al lago e diverse di loro planano per bere al volo sul pelo dell'acqua. Vari germani reali e folaghe nuotano a distanza o si alzano in volo al nostro avvicinarsi. E ancora pochi cormorani e uno svasso sono intenti a pescare o ad asciugarsi le penne, mentre un airone cenerino cerca in tutti modi di starci alla larga volando per brevi tratti lungo la sponda ogniqualvolta "invadiamo" il suo "spazio vitale", corrispondente a circa 80-100 m!
Nel quasi silenzio dovuto al motore elettrico col quale ci muoviamo, si possono udire i canti di vari passeriformi, immancabili corvidi (ghiandaie e cornacchie), gallinelle d'acqua e il martellante becchettio del picchio rosso maggiore su un vecchio tronco poco sopra le sponde lacustri.
Durante il giro in barca, tra il continuo saltare di carpe, con la mole di Monte Ruiu che ci sovrasta mostrandoci da vicino i suoi fianchi alveolati e ricchi di vegetazione, il castello svetta dritto di fronte a noi, a ricordarci la ragione di tale toponimo. Mentre solchiamo il centro dello stretto canale tra le rupi rossastre e ricche di grotticelle, ecco che anche l'avifauna inizia a far bella mostra di sé. E così un paio di esemplari di martin pescatore ci accolgono sfrecciando a volo radente dai riflessi blu cobalto e arancioni e posandosi poi su alcuni rami presso le sponde. Stormi di rondini montane vorticanti si spostano da Monte Ruiu al lago e diverse di loro planano per bere al volo sul pelo dell'acqua. Vari germani reali e folaghe nuotano a distanza o si alzano in volo al nostro avvicinarsi. E ancora pochi cormorani e uno svasso sono intenti a pescare o ad asciugarsi le penne, mentre un airone cenerino cerca in tutti modi di starci alla larga volando per brevi tratti lungo la sponda ogniqualvolta "invadiamo" il suo "spazio vitale", corrispondente a circa 80-100 m!
Nel quasi silenzio dovuto al motore elettrico col quale ci muoviamo, si possono udire i canti di vari passeriformi, immancabili corvidi (ghiandaie e cornacchie), gallinelle d'acqua e il martellante becchettio del picchio rosso maggiore su un vecchio tronco poco sopra le sponde lacustri.
Concluso il primo giro,faccio una breve passeggiata lungo riva, raccolgo alcuni campioni di piante interessanti e scatto foto. Conoscevo già questo lago, ci pescavo spesso tanti anni fa, da ragazzino, ma quel giorno inizio a vederlo con uno sguardo diverso, più consapevole. E così durante un altro giro in barca, col sole ormai alto e le temperature miti, osserviamo attentamente ogni cosa che si muova: stormi di colombacci, aironi (bianchi e cenerini), una coppia di corvi e vari rapaci. Se poiane e gheppio sono uccelli usualmente incontrati, è però molto più interessante osservare un falco di palude che pattuglia un fitto canneto di sponda ed diventa entusiasmante il momento in cui sopra la barca c'è il passaggio di un magnifico falco pellegrino (che riesco anche a immortalare con un non eccezionale scatto a mano libera con barca in movimento).
Alla fine della gara di pesca, mentre c'è chi festeggia e chi mastica amaro, io mi ritrovo a essere sinceramente soddisfatto per la riscoperta di un luogo così particolare e bello, ricco di potenzialità per ogni amante della natura che voglia ad essa approcciarsi in modo discreto e appassionato. Di certo un luogo meritevole di nuove visite naturalistiche.
Alla fine della gara di pesca, mentre c'è chi festeggia e chi mastica amaro, io mi ritrovo a essere sinceramente soddisfatto per la riscoperta di un luogo così particolare e bello, ricco di potenzialità per ogni amante della natura che voglia ad essa approcciarsi in modo discreto e appassionato. Di certo un luogo meritevole di nuove visite naturalistiche.
Giacomo Calvia - Consulente esterno Gallura da Valorizzare