Il Falco Pescatore è un rapace che nidificava in Gallura, nelle coste est della Sardegna. Questo meraviglioso animale è al centro di uno straordinario progetto che si prefigge lo scopo di riportarlo anche nelle sue aree di origine, tra le quali la Gallura, con un progetto che collega Sardegna, Corsica e Toscana. Il progetto, come vedremo di seguito, ha portato i suoi frutti. Come si apprende da Greenreportè tornato oggi a nidificare nella Laguna di Orbetello (Toscana) dimostrando che il progetto funziona, e dunque si auspica che possa tornare anche in Gallura dopo aver certamente salutato la sua presenza in altre aree della Sardegna, oggi dimostrata. In Corsica il Falco Pescatore si è salvato grazie all’opera benemerita degli uomini del Parco della Corsica ed ora la colonia è numerosa e in buona salute. Ma i rischi sono ancora tanti; il Falco pescatore per vivere e procreare necessita di un areale molto vasto e pescoso. Ed ecco, allora il progetto Pic Interreg III A in territorio di San Teodoro per la sua reintroduzione nei mari e negli ambienti umidi dell’isola.
Condotto all'interno dell'Interegg IIIA Sardegna-Corsica- Toscana, il progetto "Balbuzad" ha avuto come obiettivo quello di riportare il falco pescatore a nidificare all'interno del suo areale storico della Sardegna Nord Orientale, dove si è estinto come nidificante negli anni 60 del secolo scorso.
In Gallura sono noti siti storici, abbandonati fra gli anni'50 e 60 del secolo scorso: due a Capo Figari e uno a Punta Papa a Tavolara, utilizzato almeno fino al '63. Nella zona interessata al progetto la specie è svernante e di passo regolare. Seguendo l'esempio della metodologia rivelatasi efficace in Corsica, le azioni svolte sono la costruzione di alcuni nidi artificiali, il posizionamento di sagome, che imitano il falco, presso i nidi e il monitoraggio della zona costiera interessata. I nidi artificiali sono stati posizionati nello stagno di San Teodoro, sugli isolotti di Brandinchi e Proratora e nei pressi della guglia del Papa, ultimo sito di nidificazione conosciuto, situato in zona A di protezione integrale dell'AMP Tavolara, nei pressi del quale è stata inoltre collocata una sagoma.
Il falco pescatore è comunque sempre presente nell'isola, ma non nidifica più dal 1968 a causa delle stragi provocate dal DDT nel dopoguerra per bonificare le paludi dalle zanzare. Esiste anche un progetto interno alla Sardegna un per invogliarlo nuovamente alla nidificazione (Alghero. Thiesi e Posada). Il disturbo antropico è diventato la causa principale se questa e tante altre specie non nidificano più in Sardegna.
Il falco pescatore (Pandion haliaetus) è una specie cosmopolita. Nella Regione Palcartica Occidentale è presente la sottospecie haliaetus, la cui distribuzione raggiunge la Cina Meridionale, Formosa e il Giappone. All'interno delle popolazioni paleartiche non si evidenziano particolari differenze morfologiche o di colorazione. E' un rapace di medie dimensioni, con apertura alare compresa fra 145 e 170 cm; gli abiti stagionali e sessuali sono simili, anche se la femmina risulta di dimensioni maggiori. Si nutre esclusivamente di pesci (in prevalenza salpe, cefali, saraghi e spigole) che pesca tuffandosi in volo di perlustrazione o più raramente da un posatoio, all'aspetto. L'eventuale ritorno di una specie simbolica della fauna regionale oltre all'importante successo di conservazione, potrebbe essere un potente veicolo di comunicazione per i visitatori le comunità locali sulle reali potenzialità delle aree protette.
Sotto un video del Falco Pescatore tratto dal Corriere di Siena che ci racconta il suo ritorno in Toscana, e ci auspichiamo che torni presto in Gallura!
Approfondiamo il progetto (per approfondire clicca I.Ci.Mar da cui è tratto quanto segue)
Il progetto “Balbuzard” (dal nome del Falco Pescatore), rientra in un apposito progetto europeo, il Pic Interreg III A, di cui è capofila il Comune di San Teodoro ed ha come partner il Parco Naturale Regionale della Corsica, e il Parco della Maremma in Toscana, ha preso parte attiva, oltre all’équipe corsa formata da Jean Marie Dominici, responsabile della Riserva di Scandula – Parco Regionale di Corsica, Paulu Antone Susini, Affare Auropeane – Parco Regionale di Corsica, Joseph Albertini, Riserva Naturale di Scandula, Jean Baptiste Geromini, Riserva di Scandula, l’Istituto delle Civiltà del Mare di San Teodoro, estensore dell’intero progetto. Hanno prestato la propria collaborazione l’AMP “Tavolara-Punta Codacavallo” che ha fornito un importante supporto logistico, e il Corpo di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna attraverso le guardie della stazione di Siniscola. I nidi sono stati realizzati con materiale naturale (rami di corbezzolo, erica ecc. e posidonia) appositamente preparato in Corsica dagli uomini del PNRC, e posizionati in siti idonei. Lo scorso agosto c’era stato il sopralluogo effettuato da J.M. Dominici, P. A. Susini, il sindaco del Comune di San Teodoro, Gianni Marongiu e i dirigenti dell’Istituto delle Civiltà del Mare. In quell’occasione furono individuati almeno cinque siti potenzialmente adatti a ricevere i nidi. La scelta finale si è poi ristretta all’area lagunare e a due isolotti in prossimità della costa. Si tratta di zone che possono assicurare cibo abbondante (condizione essenziale, questa) e un adeguato grado di riservatezza e controllo. Il Falco pescatore, Pandion haliaetus, è l’unico membro della famiglia dei Falconidae a nutrirsi di pesce. In Gallura, dove era molto diffuso e nidificante, veniva chiamato falcu anghiddhaiu, per l’abitudine di frequentare stagni e paludi e catturare anguille, di cui è voracissimo.
Il Pandion haliaetus è un grosso uccello da preda, che misura fino a 60 cm; ha la regione dorsale quasi completamente nera e bianca la ventrale; la testa è bianca con striscia nera attraverso gli occhi; la coda ha una striscia, le ali sono angolate macchiate di nero nella parte inferiore. Come si è detto, si nutre quasi esclusivamente di pesci, vive nelle acque marine ma anche in quelle interne e cattura la preda volando sulla superficie dell’acqua ad una quota di circa 60 m e ghermendo la preda con gli artigli. Nidifica sui dirupi, sugli alberi, talvolta anche al suolo. Il nido è sempre in prossimità delle acque nelle quali pesca. Vive circa 20 anni e di solito forma coppia fissa. Il nido è costruito con rami secchi ed erbe con un lavoro lungo e meticoloso che può richiedere anche due e più anni.
Il Falco pescatore depone da due a quattro uova e l’incubazione viene curata principalmente dalla femmina mentre il maschio ha il compito di rifornire la nidiata di cibo. Le uova si aprono in circa 35 giorni e i piccoli per quattro o cinque settimane vengono nutriti dalla madre con i pesci portati al nido dal maschio. Poi, quando i piccoli sono in grado di stare da soli, anche la madre va a pesca. La mortalità dei piccoli è alta. I giovani si emancipano e lasciano il nido in genere dopo 8-10 settimane.
Pandion haliaetus è un uccello a rischio: la stolidità di alcuni cacciatori e gli effetti nefasti dei pesticidi, in particolare del DDT, hanno prodotto danni gravissimi e minacciato l’estinzione della specie, che è scomparsa da numerosi paesi. In Sardegna, dove aveva un suo habitat e si riproduceva (nelle nostre zone soprattutto nelle falesie di Tavolara) non è più presente da alcuni decenni. Solo qualche esemplare in trasferta sorvola talvolta la lagune e le paludi. In Corsica il Balbuzard pêcheur si è salvato, come detto in apertura, grazie all’opera benemerita degli uomini del Parco della Corsica ed ora la colonia è numerosa e in buona salute. Ma i rischi sono ancora tanti; il Falco pescatore per vivere e procreare necessita di un areale molto vasto e pescoso. Ed ecco, allora il progetto Pic Interreg III A in territorio di San Teodoro per la sua reintroduzione nei mari e negli ambienti umidi dell’isola.
Se il programma andrà a buon fine, e nascerà la nuova prole, si avvierà un intenso programma di monitoraggio e studi molto impegnativi.