SANT'ANDREA A SEDINI
A cura di PhD prof Luigi Agus, storico dell'arte, Accademia di Belle Arti di Palermo
Situato su un alto sperone roccioso, il centro di Sedini, in Anglona, è caratterizzato per l’utilizzo raffinato della pietra calcarea grigio perlacea, con cui sono realizzati gli edifici, che si affacciano sulle strette inerpicate sulla rupe e convergenti verso la piazza scoscesa, dove, su un lato e quasi incastrata tra le case, si erge la parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo. L’edificio presenta una facciata a capanna con timpano rialzato segnato in basso e sugli spioventi da cornici con eleganti e stilizzati motivi fitomorfi, con al centro un rosone con intradosso scanalato. La parte bassa del fronte è caratterizzata dall’ampio portale incorniciato da lesene a base triangolare che proseguono fino alla cornice marcapiano culminando in cuspidi. In linea col portale di apre una elegante finestra quadrangolare con architrave a doppio inflesso ornata con motivi vegetali. Sul lato sinistro della chiesa si erge la torre campanaria a canna quadrata terminante con un’ampia lanterna cuspidata ottagonale. L’interno è a navata unica molto ampia divisa in quattro campate, su cui si affacciano cinque cappelle, tre a destra e due a sinistra, chiusa in fondo da un’abside quadrata voltata a vela.
Tra le cinque cappelle la più interessante è certamente l’ultima di sinistra verso il presbiterio, che presenta un arco d’accesso a tutto sesto e pilastri a tortiglione di diversa foggia: l’arco con semplici tori ad andamento elicoidale, mentre i pilastri da tori nervati e spigoli vivi. I capitelli sono figurati e rappresentano putti nudi reggenti gli stemmi delle famiglie committenti: i De Sena a sinistra e i Centelles a destra. L’estradosso è ornato invece con motivi floreali ripetuti, che culminano in chiave con la statua della Vergine con Bambino in altorilievo. Altrettanto interessante è la seconda cappella a destra, che invece presenta un arco a tutto sesto decorato nell’intradosso da cassettoni ornati con motivi floreali stilizzati. Al lato di questa cappella, sul pilastro, compare una epigrafe scolpita in bassorilievo, che in caratteri gotici decorati, riporta la data di ricostruzione della chiesa: il 1527. La parrocchia sedinese, pur riprendendo certe soluzioni del gotico italiano introdotto dai Francescani come la soluzione del tetto a capanna e la doppia apertura in linea col portale in facciata, risulta un monumento singolare e unico nel panorama anglonese, posto che rappresenta l’introduzione in quest’area del plateresco, uno stile architettonico di origine spagnola, che si sviluppò durante il regno di Carlo V (1519-1556) e i cui esempi più interessanti sono a Salamanca (facciata dell’Università, 1527-29 circa). Si tratta di uno stile che semplifica quello precedente, chiamato isabellino (da Isabella Cattolica, regina di Castiglia), e sostituisce i motivi gotici con altri rinascimentali aggiornati al gusto italiano. Il termine “plateresco” deriva dallo spagnolo “plata”, cioè argento, in quanto la tipologia decorativa e il sistema di realizzazione era simile a quello utilizzato per le suppellettili in argento realizzate in quelle zone. In Sardegna, quasi contemporaneamente al continente spagnolo, alla Sicilia (chiesa di Santa Maria della Catena e Palazzo Abatellis a Palermo) e a Napoli (Sala dei Baroni di Castelnuovo), si diffuse questo stile, che ritroviamo anche nella chiesa di San Francesco d’Alghero, nel San Giorgio di Perfugas e nella Santa Giulia di Padria, anche se il monumento più coerente e qualitativamente migliore resta il Sant’Andrea di Sedini. Oltre l’aspetto architettonico, va menzionata la pala d’altare raffigurante la Trasfigurazione di Cristo con Sant’Andrea, dipinta dal pittore ilbonese Andrea Lusso nel 1597, riprendendo la celebre ultima opera di Raffaello (Pinacoteca Vaticana), molto probabilmente attraverso una incisione di Michelangelo Marelli databile al 1573-85